L’agenzia di marketing o la software house possono testare il candidato e, in caso, risolvere il contratto di lavoro senza particolari formalità con il patto di prova.
Perchè il patto di prova?
Il patto di prova serve per potersi sciogliere dal contratto di lavoro, dopo aver testato il candidato, in caso di insoddisfazione, senza obblighi stringenti.
L’inizio di un nuovo rapporto di lavoro è sempre una sfida e pone entrambe le parti di fronte a molti dubbi ed interrogativi.
Eccone alcuni: Avrò individuato il miglior candidato per quel ruolo? Sarà una persona effettivamente capace di svolgere le attività assegnate in maniera efficiente? Sarà l’ambiente di lavoro giusto per me? Saprò inserirmi bene in un contesto lavorativo nuovo, con un’organizzazione diversa da quella a cui ero abituato? Ma soprattutto: se le cose non dovessero andare bene già nei primi mesi, cosa posso fare?
Come sai, una volta sottoscritto un contratto di lavoro (soprattutto a tempo indeterminato), riuscire a risolverlo in maniera corretta e senza affrontare costi eccessivi o imprevisti è spesso difficile. Occorre avere una motivazione valida e legittima, osservare il periodo di preavviso, rispettare le procedure di legge e di contratto, valutare i rischi ed i potenziali costi, ecc..
Ti diciamo però che esiste un modo per “testare” il candidato selezionato (o l’agenzia di comunicazione scelta) e, in caso di insoddisfazione, risolvere il rapporto di lavoro in maniera immediata, senza stringenti formalità: introdurre nel contratto il patto di prova. In questo senso, se sei un’agenzia di comunicazione o una software house puoi scioglierti dagli obblighi più facilmente.
Ti segnaliamo anche varie cose a cui fare attenzione.
Cos’è il patto di prova?
Il patto di prova è una clausola che può essere inserita all’interno del contratto di lavoro (di qualsiasi tipo: a tempo indeterminato, determinato, part time, full time, ecc.) al momento dell’assunzione e permette ad entrambe le parti di valutare la convenienza del rapporto di lavoro.
Attenzione: il patto di prova stipulato dopo l’inizio del rapporto di lavoro è nullo.
La particolarità del patto è che consente ad entrambe le parti di recedere liberamente durante il periodo di prova, senza obbligo di preavviso. Se, invece, la prova si conclude con esito favorevole, l’assunzione diviene definitiva.
Il patto deve avere forma scritta ed essere sottoscritto da entrambe le parti; diversamente, si considera come non apposto.
La durata della prova
È fondamentale determinare correttamente la durata del periodo di prova: decorsa la prova, infatti, il rapporto diventa definitivo e trovano applicazione le regole ordinarie e più rigorose per la sua interruzione.
Attenzione: un eventuale recesso libero erroneamente intimato a prova già scaduta, sarebbe nullo e/o illegittimo.
Il periodo di prova deve essere contenuto entro una durata massima che può essere prevista dalla legge (generalmente, 6 mesi) o dai contratti collettivi.
Prima di scrivere la clausola, è fondamentale consultare il contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro e verificare qual è il periodo massimo di prova possibile per quel determinato profilo professionale, in base al livello di inquadramento individuato.
Il contratto collettivo stabilisce anche se i giorni di prova devono considerarsi di effettivo lavoro o di calendario, aspetto fondamentale per condurre un calcolo corretto della durata della prova.
Altrettanto importante è tener conto degli eventi sopravvenuti durante il periodo di prova – come malattie, infortuni, congedi – perché comportano il prolungamento della prova nella misura corrispondente alla durata dell’assenza.
Come scrivere un patto di prova?
Il patto deve contenere l’indicazione delle precise mansioni affidate al lavoratore.
E’ importante identificare, sin dall’inizio, i compiti in modo tale che il lavoratore abbia già un’idea precisa di cosa deve fare per dimostrare le proprie attitudini e superare la prova; l’agenzia, allo stesso modo, ha così la possibilità di valutare al meglio l’esito della prova.
Attenzione: se manca questa indicazione nel patto, la clausola è nulla e l’assunzione si considera definitiva sin dall’origine.
Entrambe le parti sono tenute a consentire ed effettuare la prova: ciò significa che la prova non può essere interrotta prima che sia trascorso un periodo tale che permetta una valutazione effettiva (di solito, almeno la metà del periodo).
E’ anche possibile inserire una durata minima garantita all’interno del patto di prova, ossia stabilire che prima di un determinato periodo di tempo, la prova non possa essere interrotta. Abbiamo parlato di stabilità per un certo periodo di tempo, in questo articolo.
Come interrompere la prova da parte dell’agenzia di comunicazione?
Durante la prova e sino al suo termine, entrambe le parti sono libere di recedere senza obbligo di motivazione e senza obbligo di dare il preavviso o di pagare la relativa indennità sostitutiva.
Non ci sono obblighi di forma per la comunicazione del recesso; è tuttavia sempre preferibile – anche per prevenire ogni contestazione – un’intimazione scritta.
L’agenzia di comunicazione, ad esempio, può interrompere il periodo di prova nel caso in cui:
- l’agenzia pensava di lavorare con un profilo senior, visto il curriculum e invece era un junior;
- il lavoratore è stato assegnato alle mansioni ma non le ha svolte nel modo ritenuto congruo da parte dell’agenzia;
- l’agenzia o il lavoratore non si trovano in accordo in molti profili legati alla gestione e ideazione dei progetti;
L’agenzia di comunicazione deve gestire al meglio le attività durante il periodo di prova perchè il recesso può diventare illegittimo. Il recesso si considera illegittimo se:
- la prova non è stata, in concreto, consentita (ad esempio, quando al lavoratore non sono state assegnate le mansioni o quando l’interruzione avviene a pochi giorni di distanza dall’inizio del rapporto)
- il patto non contiene un’indicazione sufficiente delle mansioni oggetto di prova;
- la verifica è condotta su mansioni differenti (inferiori o superiori) da quelle indicate nel patto di prova ed in sede di assunzione;
- il recesso è riconducibile ad un motivo illecito (es. ragioni discriminatorie).
La dimostrazione dell’illegittimità del recesso deve essere fornita dal lavoratore che lo contesta.
Attenzione: se il recesso è illegittimo deve essere consentito al lavoratore di terminare il periodo di prova o deve essergli risarcito il danno patito.
Checklist per valutare un patto di prova
Ti ricordiamo, che per costruire un patto di prova confacente alle tue esigenze, realtà aziendale, candidati, tipo di lavoro e sopratutto lecito, è necessario avere supporto legale. Ti sconsigliamo di ricercare delle soluzioni pre-confezionate online.
Tuttavia puoi valutare in autonomia alcuni profili prima di procedere.
Prendi nota su:
- Identifica bene le mansioni che richiederai al lavoratore durante il periodo di prova
- Valuta la durata, tenendo conto del tempo massimo previsto dalla legge
- Stabilisci preventivamente le ragioni che possono condurti all’interruzione della prova
- Torna ad esaminare il candidato sulla base dei punti 1 e 3, che ti aiutano nella corretta individuazione;
Puoi richiederci un colloquio così da farci conoscere la tua realtà aziendale e valutare come possiamo esserti utili per il tuo contratto con patto di prova.