Se lavori con le immagini è fondamentale far firmare una liberatoria. Vediamo bene cos’è, perchè ti serve e come costruire il tuo format personalizzato.
WHAT. Cos’è la “liberatoria”?
Il termine “liberatoria” non è un termine giuridico (e infatti non è menzionato nella normativa che disciplina il diritto d’autore) e viene utilizzato per identificare il contratto di uso / utilizzo della propria immagine.
In generale, il protagonista dello scatto o della clip video “rilascia la liberatoria” ovvero a chi ha eseguito la fotografia o una videoregistrazione, la possibilità di utilizzare, nelle modalità concordate, l’immagine.
WHY. Perché “serve” una liberatoria?
La liberatoria, ovvero il consenso all’utilizzo della propria immagine è necessario in quanto, dal punto di vista generale, il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa (art 96 Legge sul Diritto d’Autore). A tale regola generale vi sono delle eccezioni che attengono, ad esempio, alla notorietà della persona ovvero a fatti che si verificano in pubblico e altro (art 97).
Per approfondire il "perchè", ossia quali sono i diritti della persona ritratta, ti rinvio all'articolo dedicato. A mio avviso è molto importante mettersi anche "dall'altra parte". Ecco quindi: Soggetto di una foto: diritto sul ritratto e consenso
WHO. A chi serve la liberatoria?
Colui che esegue degli scatti fotografici ovvero delle clip video deve ottenere il consenso della persona ritratta se intende esporre, riprodurre o mettere in commercio la sua figura.
Chiaramente si dovrebbe distinguere: colui che esegue materialmente lo scatto potrà essere un dipendente del fotografo, o un secondo fotografo. Bisogna quindi verificare, nel caso concreto, chi ha l’obbligo di munirsi della licenza d’utilizzo dell’immagine.
Se sei un fotografo professionista o se ti stai comunque avvicinando a questa attività per renderla il tuo lavoro, ti suggerisco anche questo articolo collegato, in cui ho parlato, in generale, della privacy nell'ambito della fotografia: Privacy per fotografi: cose da ricordare
WHEN. Quando devo munirmi della liberatoria?
In tutti i casi in cui il soggetto dell’immagine è una persona.
La necessità del consenso non è limitata alla riproduzione dell’immagine del volto, ma è necessaria in tutti i casi in cui la persona è oggettivamente riconoscibile come ad esempio lo scatto di un tatuaggio o di una cicatrice visibile solo ad alcune persone, l’immagine di spalle che in ragione alla sua notorietà è facilmente identificabile.
É inoltre da considerare che la persona può essere un minore: in questo caso la licenza di utilizzo dell’immagine dovrà essere rilasciata dai genitori.
WHERE. Dove trovo la liberatoria che mi serve?
La norma di legge non richiede il consenso esplicito o non stabilisce se esso debba essere rilasciato in forma scritta o orale.
Vi è tuttavia da considerare che potrebbero potenzialmente sorgere contestazioni in merito all’utilizzo dell’immagine, alla riproduzione, alla modifica, alla diffusione o divulgazione. In questi casi sarà il fotografo o il videomaker a dover provare di aver ricevuto la concessione all’utilizzo dell’immagine (e a quello specifico uso che viene contestato dalla persona ritratta).
Il consenso implicito ad essere fotografato
Il consenso può essere dato implicitamente. Ad es: la modella che si mette in posa ha accettato di essere fotografata. Ma una cosa è accettare di essere ripresa, un’altra è dare il proprio consenso ad utilizzare quell’immagine in un manifesto pubblicitario.
Il consenso espresso con firma o dichiarazione
È bene quindi che il consenso venga dato espressamente. In questi casi potrà avvenire in forma orale (ad esempio eseguendo una clip video in cui il soggetto dell’immagine accetta di essere ripreso e che la propria immagine venga utilizzata in una molteplicità di canali di diffusione) ovvero in forma scritta (mediante la sottoscrizione di un accordo). Se le diciture rese dal creator sono corrette, le due modalità sono equivalenti. Vi è tuttavia da considerare che laddove sorgano contestazioni, in un potenziale giudizio civile, sarà molto più semplice produrre un contratto scritto (prova documentale) piuttosto che una clip video (riproduzione meccanica).
È preferibile quindi ottenere un consenso esplicito e rilasciato per iscritto. Dove trovare la liberatoria che ti serve? Considera che:
- Su internet vi sono tanti modelli di liberatorie, semplici da scaricare e veloci da sottoporre alla persona, ma non tutti validi;
- È importante esaminare la singola situazione concreta. Un esempio: il ritratto è di un minore ma solo uno dei genitori intende prestare il consenso, l’altro non è interessato oppure lo nega;
- È importante dotarsi di alcuni “modelli” da utilizzare nelle varie situazioni che vengono in considerazione. Si fa una lista delle attività e si costruiscono alcuni format che il fotografo può utilizzare autonomamente.
Check-list per ritratti fotografici
Ecco i miei suggerimenti per iniziare a chiarirti le idee su cosa hai bisogno:
- La ripresa viene utilizzata in una clip video da diffondere dei media tradizionali oppure inserita nei profili social? Verrà poi inserita nel portfolio web del videomaker o del fotografo?
- L’immagine catturata viene scattata durante un matrimonio (e quindi su commissione della persona della sposa che può non essere la persona ritratta) ma anche conservata dal fotografo ed esposta nel suo negozio di fotografia ovvero postata nel profilo personale del fotografo?
- Si vuole pattuire un termine per l’utilizzo dell’immagine oppure le parti vogliono espressamente indicare la revocabilità della concessione? La revoca del consenso dovrà avvenire dietro pagamento di un’indennità?
- L’immagine viene inviata ad uno studio di postproduzione che si occupa di eseguirne le modifiche? La modella ha dato il consenso a subire delle variazioni alla propria immagine?
- Gli scatti vengono messi a disposizione anche di altre persone attraverso una galleria fotografica?
Risposto bene alle domande? Ora se vuoi possiamo sentirci per approfondire il tema, con le idee già chiare.
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